GAGLIANO-ARIGLIANO-CIOLO
Sono il Comune di Gagliano del Capo e mi trovo sulla punta del tacco d’Italia sospeso fra due mari cristallini e un entroterra genuino. Grazie ai territori che rientrano nella mia influenza come Arigliano, San Dana e la località Ciolo posso disporre nel raggio di pochi chilometri di scenari diversi tra loro che vanno dalle campagne che l’artista Vincenzo Ciardo amava dipingere sulle sue tele, ai borghi incantevoli fino a sfociare nel Mar Adriatico.
L’origine del mio nome è molto antica ed è legata alla presenza dei romani sul territorio, infatti deriva dal nome latino di persona “Gallius” o “Gaius” che era proprio un centurione romano che ebbe in possesso questa terra dopo la conquista del Salento. Ma la frequentazione umana di queste terre è ancora più antica e risale all’età del bronzo, come testimoniano due antichi menhir presenti ad Arigliano, basandoci sui reperti archeologici si è ricostruito che un primo agglomerato urbano sorse sin dal II sec. a.C. dopo la distruzione dei vicini casali di Plusano e Misciano.
Da quel momento diversi popoli, lingue, culture hanno abitato la mia terra e hanno lasciato profonde tracce nel territorio e nella tradizione che amalgama mille anime diverse. La mia terra infatti dal 553 e fino all’XI secolo fu nella sfera di influenza bizantina; nell’877 accolse i superstiti della città di Vereto scampati alla furia distruttiva dei Saraceni, successivamente durante il periodo Angioino varie vicende feudali e nobili famiglie diedero lustro alle mie strade.
Di questa storia così ricca rimane traccia nei borghi e nelle campagne, diversi monumenti e reperti restano per testimoniare il lustro e la cultura dei tempi passati. Si possono ammirare vari palazzi come Palazzo Daniele, Palazzo Bitonti o Palazzo Ciardo, casa natale del pittore Vincenzo Ciardo edificato nel 1900 sui ruderi del vecchio castello baronale del quale è rimasto solo un torrione con una grande cisterna alla base. Oltre ai palazzi sorgono nelle mie strade vari edifici religiosi che testimoniano il radicamento della fede e la devozione dei miei cittadini, un esempio fra tutti è la chiesa Madre dedicata a Santa Maria Assunta ed edificata nel 1580.
In essa convive un gusto barocco con qualche reminiscenza rinascimentale, al suo interno sono conservate molte opere pittoriche e una statua di San Nicola proveniente da un’antica chiesa di rito greco, la sua facciata in carparo, invece, illumina con il suo colore dorato la piazza circostante. Queste strade sono il centro della vita dei miei cittadini che ogni anno organizzano eventi in cui è possibile immergersi nella nostra tradizione come la festa patronale di San Rocco il 16 agosto e la Fiera di San Francesco la seconda domenica dopo Pasqua.
Lo scenario cambia se ci si immerge nelle verdi campagne caratterizzate da antichi ulivi e da costruzioni contadine come pajare e muretti a secco. Seguendo la natura si arriva poi alla località Ciolo, una profonda gola prodotta dall’azione erosiva dell’acqua dove è possibile ammirare una piccola spiaggia ghiaiosa, un ponte che dona un panorama su tutto il territorio circostante, antiche grotte e caratteristici sentieri che permettono di immergersi nella natura del luogo.